Carri fiori e torrone ritona la juta a Montevergine

Tradizione, folklore e sentimento religioso in una manifestazione che attrae nei comuni alle falde del Partenio migliaia di pellegrini, curiosi e turisti. La “Juta a Montevergi-ne”, il viaggio dei fedeli che, partendo da Ospedaletto d’Alpino-Io, raggiungono il santuario di Montevergine per rendere omaggio a Mamma Schiavona, è una tradizione tra le più antiche e ri- | nomate del Mezzogiorno, a testimonianza del patrimonio di fede del territorio. Domani e giovedì 12, ad Ospedaletto d’Alpinolo, grande festa in onore di Maria Santissima di Montevergine, per intrattenere i forestieri con musiche, danze, specialità enoga-stronomiche ed artigianato.

Cavalli bardati e carrozze sontuose sulle quali i pellegrini raggiungono l’abbazia mariana: la juta rappresenta un vero e proprio fenomeno antropologico. L’etnomusicologo Roberto De Si-mone, infatti, ha focalizzato i suoi studi sui canti che accompagnano i fedeli nel percorso di redenzione e speranza verso Montevergine, a cui dedica ampio spazio nelle sue pubblicazioni sulla storia delle tradizioni. Domani, alle 17, ad Ospedaletto, l’apertura delle botteghe artigianali, a cui seguirà la sfilata dei cavalli e delle carrozze addobbate. Alle 20, nel Vico Fontana di Mezzo, pittura fresca teatro e la paranza Ro’ Lione. Seguirà la famiglia Bevilacqua, la Perteca di Pino love e Vernicefresca Teatro. In Piazza Umberto, alle 20.30. la paranza di Pino love, la paranza ro’ tramuntano, la paranza ro’ lione e suoni d’Aspromonte. Nell’atrio del Comune, la paranza d’Alterio, Vulcania, Leggermente al Sud e Venicefresca Teatro. In Piazza Demanio, paranza Mezzone, suoni d’Aspromonte, paranza d’alterio e famiglia Bevilacqua, vulcania e leggermente al Sud.

«La juta – dice Marcello Colasur-do- si caratterizza per il percorso a piedi accompagnato da canti popolari religiosi.

Le famiglie, quindi, affrontano un viaggio sacro per raggiungere Montevergine e chiedere Grazia a Mamma Schiavona. Questa ritualità ha inizio il 2 febbraio di ogni anno, con la Candelora, e termina con il rito di ringraziamento. Con le paranze, invece, si invoca alla Madonna la Grazia e la protezione». «Questa edizione della juta- aggiunge Carlo Preziosi- si intitola proprio “Viaggio Sacro”, per accogliere le indicazioni del Miur che promuove gli itinerari religiosi».

Il direttore artistico Rodolfo Guerriero ha inteso valorizzare il patrimonio culturale con le paranze, ossia i canti accompagnati dalle tammorre, per tutelare una tradizione che affonda le radici nell’antichità. Giovedì 12, alle 1S, la Processione, mentre fino alla mezzanotte si alterneranno musiche, danze e spettacoli teatrali. L’11 settembre Ospedaletto sarà il palcoscenico di 83 artisti, mentre giovedì 12 ne ospiterà 76.

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