Villanova del Battista

Il “tiro del giglio” che si ripete ogni anno il 27 agosto in un tripudio di musica e balli, rappresenta il momento culminante di un percorso iniziato dalla comunità villanovese fin dai primi giorni di luglio, con la mietitura del grano che viene falciato a mano per lasciare il gambo abbastanza lungo da poterlo intrecciare e la raccolta dell’avena selvatica per la realizzazione degli elementi decorativi che rivestiranno il giglio. Questa macchina devozionale rappresenta un’offerta votiva a San Giovanni Battista ed è costituita da un obelisco piramidale alto fino a 28 metri, suddiviso in 5 registri con una cuspide. Il giglio è rivestito da pannelli in paglia e avena fatua artisticamente intrecciate. I festeggiamenti si aprono ufficialmente la domenica precedente il 27 agosto con il rituale dell’“alzata” che porta la macchina artistica dalla posizione supina a quella verticale. Dopo il “tiro” del 27 agosto, il giglio rimane in piazza Aldo Moro, davanti alla chiesa dell’Assunta, per essere ammirato da tutti fino al primo martedì del mese di ottobre, giorno in cui cade la festa di San Rocco.

Tutta la comunità villanovese è coinvolta nell’assemblaggio della macchina festiva e partecipa attivamente al rituale riunendosi con assiduità, già nei mesi precedenti la festa, nei locali e nel cortile della Scuola dell’Infanzia. Qui arrivano le spighe di grano e avena che i contadini hanno mietuto ad hoc, si selezionano i fusti migliori che vengono preparati alla lavorazione facendoli macerare in acqua. Solo quando il culmo delle spighe  è particolarmente elastico si procede a realizzare i diversi elementi decorativi: “trucinielli” da 2 a 8 steli, “trecce”, “specchietti”, “strisce di paglia spaccata” che vengono arrotolate o rivestono superfici più ampie. La tecnica di lavorazione della paglia è tramandata di generazione in generazione e oggi sono soprattutto i più giovani a portare avanti la tradizione dell’intreccio, coadiuvati dagli anziani e dalla partecipazione corale della comunità.

Non è possibile stabilire una data certa per l’origine del giglio di Villanova ma la tradizione popolare lo associa ad un ex-voto realizzato da Costantino Ciccone in onore di San Giovanni Battista fin dal 1800. Inizialmente l’ex-voto era costituito da un obelisco alto appena due metri, successivamente la struttura si fece più complessa e fino al 1930 è attestata la realizzazione di due gigli: uno alto 25 metri lavorato con il “gralito”, ovvero l’avena selvatica più duttile e priva di nodi nel gambo, l’altro più piccolo realizzato con il gambo di grano tenero. Con il disastroso terremoto che il 23 luglio 1930 distrusse completamente il paese la tradizione fu interrotta, ma durante questo periodo i villanovesi si recavano nella vicina comunità di Flumeri e ogni anno, il 15 agosto, contribuivano alla tirata del giglio di grano di quella comunità realizzato in onore di San Rocco. Solo nel 1986, per iniziativa del sindaco Ottaviano Silano, la tradizione del giglio di Villanova per San Giovanni Battista fu ripresa e da allora non è stata più interrotta.

Tutta la comunità villanovese è profondamente coinvolta nella realizzazione del giglio e dei rituali della “alzata” e del “tiro”. La partecipazione di un gran numero di giovani è garanzia di continuità per questa tradizione e sia la municipalità che le scuole contribuiscono ad incentivare il loro coinvolgimento attraverso la promozione di attività laboratoriali. Fra il 2002 e il 2005 gli alunni della scuola media di Villanova, coadiuvati dalla prof.ssa Angiolina Di Cecilia, hanno realizzato di un vero e proprio “manuale” che illustra con immagini fotografiche, in modo puntuale, tutte le fasi operative per la costruzione del giglio e le tecniche di lavorazione della paglia: Il Giglio di Villanova del Battista. Manuale e Storia. Delta3 Edizioni, Grottaminarda, 2005.