Mirabella Eclano

La “tirata”, che si ripete ogni anno il sabato che precede la terza domenica di settembre, rappresenta il momento culminante di un percorso rituale iniziato dalla comunità eclanese già nei mesi precedenti, con la mietitura del grano e la realizzazione delle trecce decorative per il manto di rivestimento del “carrettone”. Quest’ultimo elemento è la base portante della macchina devozionale che si compone, inoltre, di un obelisco ligneo alto più di 25 metri, rivestito da pannelli decorativi in paglia e sormontato dalla statua della Madonna Addolorata. I festeggiamenti si aprono ufficialmente il giorno 8 settembre con il trasporto del “carrettone” e si chiuderanno con la “tirata” dell’intero obelisco detto “carro”, trainato da circa 300 funaioli e 6 pariglie di buoi che lo condurranno dalla collina di Santa Caterina fino al centro del paese. La struttura lignea dell’obelisco si compone di 7 registri rivestiti da pannelli di paglia artisticamente lavorati. I primi quattro registri, dal basso verso l’alto, vengono rinnovati ogni anno ad opera della bottega artistica di Giotto Faugno, mentre gli ultimi tre sono storici e vengono conservati nel museo di Mirabella Eclano. L’assemblaggio della macchina si conclude il venerdì che precede la festa.

Se l’assemblaggio della macchina festiva e la sua decorazione sono affidati esclusivamente alla bottega di Giotto Faugno, che ha ereditato la tecnica e i segreti artistici da suo nonno Luigi, il rituale della “tirata del carro” è invece estremamente democratico e possono parteciparvi tutti gli eclanesi, senza distinzione di età, genere e provenienza sociale. Tutti possono tirare le funi ma agli addetti più esperti, denominati “funaioli”, vengono affidate le estremità delle funi principali che hanno la funzione di garantire l’equilibrio della macchina. Nessun movimento deve sfuggire all’occhio vigile dei “timonieri” che guidano attentamente la tirata dall’altezza del primo registro del carro, dove sono alloggiati durante il percorso, per poter vigilare contemporaneamente sia sull’andamento dei buoi che sulla tensione delle funi. Ci sono inoltre specifiche figure deputate alla cura e all’abbeveraggio dei buoi durante la tirata.

Non è possibile stabilire una data certa per l’origine del rituale della “tirata del carro” di Mirabella ma la tradizione popolare identifica il carro con un ex-voto realizzato dai contadini (probabilmente dalla famiglia Tammaro) in onore della Madonna Addolorata perché essa potesse assicurargli un fruttuoso raccolto di grano. Le origini della macchina artistica in forma di obelisco sono invece attribuite all’opera dell’artista Stanislao Martini e risalirebbero al 1869, data rinvenuta su alcuni disegni a matita che rappresentano il progetto di un obelisco molto simile alle guglie barocche caratteristiche dell’architettura napoletana di quegli anni. Nel 1887 il costruttore progettista eclanese Prisco Alfonso Capodanno elaborò un nuovo progetto rifacendosi a modelli rinascimentali e negli anni Venti del Novecento Luigi Faugno, allievo di Capodanno, ha ideato il modello dell’obelisco più simile a quello odierno. Luigi Faugno elaborò nel 1922 un vademecum per il montaggio del carro di Mirabella noto come “Mentario” che indica esattamente i materiali e la tecnica di assemblaggio della struttura lignea configurandosi come documento imprescindibile per la continuità della tradizione. Il “Mentario” appena citato è uno strumento fondamentale per la trasmissione della tecnica costruttiva e decorativa del carro di Mirabella Eclano ma l’interprete più esperto di questa tradizione è ad oggi Giotto Faugno che ha la responsabilità di garantire il passaggio delle competenze e delle abilità tecniche e artistiche alle giovani generazioni.